Dito a scatto: come e perché si verifica
Il restringimento della guaina tendinea, responsabile del dito a scatto, è generalmente dovuto all’uso intenso o ripetuto della mano, che irrita la guaina. Il dito a scatto può essere causato da:
- Movimenti ripetuti di presa, uso delle forbici o di cacciavite.
- Piccoli traumi ripetuti, come l’uso di graffettatrici o di timbri.
- Gotta e artrite reumatoide.
- Uso professionale degli strumenti musicali.
Le dita più colpite sono l’anulare e il pollice, spesso in maniera bilaterale.
Dito a scatto: come riconoscerlo
Il dito a scatto si manifesta con dolore alla base del dito o delle dita colpite. Il sintomo più comune ed evidente è lo scatto doloroso durante i movimenti, che si verifica di solito dopo il riposo notturno. La situazione tende a migliorare nel corso della giornata, ma comunque può accadere che il dito resti bloccato in posizione piegata o dritta.
Dito a scatto: il trattamento e l’intervento chirurgico
La diagnosi del dito a scatto avviene attraverso il riconoscimento dei segni clinici caratteristici.
Per il dito a scatto esistono due tipi di trattamento possibile:
- I casi iniziali possono essere trattati con un breve periodo di immobilizzazione e con i farmaci anti-infiammatori.
- I casi più gravi, in cui lo scatto avviene frequentemente e il dito si blocca, richiedono di essere trattati con un intervento chirurgico.
L’intervento chirurgico per il dito a scatto è eseguito in day surgery e in anestesia locale.
L’intervento consiste nell’apertura della parte ristretta della puleggia, allo scopo di allargare lo spazio a disposizione per lo scorrimento del tendine. L’area operata viene poi ricucita con dei punti di sutura; è possibile l’applicazione di un drenaggio per 24/48 ore.
Dito a scatto: il trattamento post-operatorio
Subito dopo l’intervento, il paziente è posizionato in modo da tenere la mano in alto: l’elevazione dell’arto è importante per prevenire il sanguinamento e il gonfiore delle dita.
È buona norma tenere la mano al di sopra del livello del cuore: da sdraiati si può usare un cuscino per tenere la mano in alto; quando si cammina si deve evitare di lasciar pendolare la mano verso il basso.
Per facilitare la guarigione si può applicare un tutore a sostegno dell’arto operato. Le estremità delle dita vengono lasciate libere, in modo da poter osservare la vascolarizzazione della mano. La rimozione dei punti avviene tra il 14esimo e il 21esimo giorno.
La mobilizzazione precoce del dito è incoraggiata, perché permette un rapido recupero della funzionalità della mano: dopo l’intervento il paziente viene invitato a fare esercizio per muovere il dito operato, ma sempre con cautela ed evitando sforzi e movimenti bruschi. Possono essere prescritti cicli di fisioterapia.
Le cicatrici residue sono inizialmente rosse e rilevate, ma diventano meno evidenti con il passare del tempo. Per proteggerle è importante non esporle al sole per almeno 6-10 mesi dopo l’intervento, proteggendole eventualmente con creme solari a schermo totale.