Dopo l’intervento
Qualche ora dopo l’intervento è già possibile alzarsi , anche se per i primi giorni è bene non sottoporsi a sforzi fisici eccessivi. E’ consigliabile nel primo periodo non utilizzare i muscoli pettorali e quindi non forzare sulle braccia per alzarsi dal letto. Per almeno 2 settimane si raccomanda di non compiere movimenti con le braccia e non sollevare pesi.
Per almeno 2 settimane si sconsiglia di guidare l’automobile.
Per almeno 1 mese è bene evitare di dormire in posizione prona.
Per la ripresa delle attività lavorative, dell’attività sessuale, e dei viaggi è consigliabile far trascorrere 3 settimane.
Si può ricominciare a praticare gli sport che non sollecitano la muscolatura del busto e delle braccia ( es. jogging) dopo circa 3 settimane, mentre per quelli più intensi (es. tennis) sarà preferibile attendere almeno 6 settimane.
Dopo ogni intervento di chirurgia plastica è bene evitare l’esposizione al sole per almeno 4 settimane. Trascorso questo periodo ci si può esporre gradualmente ( iniziando con mezz’ora al giorno) avendo cura di proteggere le cicatrici con un prodotto solare a protezione totale.
Nella maggior parte dei casi i pazienti, più che vero e proprio dolore, riferiscono una sensazione di tensione, facilmente controllabile dai comuni analgesici.
E’ consigliabile, comunque, per i primi giorni, evitare di sollevare le braccia ed effettuare sforzi che, mettendo in tensione le ferite chirurgiche, possono provocare dolore.
Le cicatrici residue all’intervento di ginecomastia , che sono permanenti, divengono sempre meno evidenti con il passare del tempo. Il loro colore rossastro iniziale si schiarisce progressivamente, fino a camuffarsi con la pelle vicina nell’ arco di 6-12 mesi. La qualità finale delle cicatrici, tuttavia, dipende dalle caratteristiche della pelle di ciascun paziente, nonchè dall’ età. I pazienti più giovani tendono a formare cicatrici leggermente più evidenti, così come i pazienti di pelle scura.I risultati del trattamento chirurgico della ginecomastia sono permanenti, tuttavia l’asportazione incompleta della ghiandola determina una recidiva nel 10-15% dei casi.